I tagli alle pensioni di reversibilità annunciati da tempo sono pressoché imminenti, vediamo a quanto ammontano e i soggetti interessati.

Che nel 2021 ci sarebbero stati i tagli sulle pensioni di reversibilità è stato annunciato da tempo, ma decurtazioni così consistenti, di tale portata, erano difficili da prevedere. Purtroppo per i soggetti interessati non c’è alcun modo di evitare questi tagli in quanto, nel corso del 2021, dipenderanno esclusivamente dal reddito.
La pensione di reversibilità spetta a coniugi o parenti di lavoratori dipendenti e autonomi o di pensionati ormai deceduti. I beneficiari però potrebbero avere un reddito, oltre al percepire la pensione di reversibilità del defunto. E’ proprio in base al reddito che verranno effettuati tagli fino al 50% sulle pensioni di reversibilità.
Come vengono effettuati i tagli sulle pensioni di reversibilità
Quindi in base ai redditi che si possiedono, chi dovrà beneficiare della reversibilità può vedersi ridurre l’assegno mensile fino a 50%. I redditi che verranno presi in considerazione sono soprattutto quelli soggetti a Irpef al netto dei contributi previdenziali e assistenziali.
Sono esclusi invece dai tagli i redditi che non superano di tre volte il trattamento minimo previsto dalla legge. Per essere precisi, non subiranno tagli alla pensione di reversibilità i redditi che non superano i 20.107,62 euro l’anno.
Chiunque superi questa soglia vedrà invece applicarsi a breve un taglio sulla pensione di reversibilità del 25%, 40% o addirittura del 50%. I tagli verranno applicati nel modo seguente:
- per tutti i redditi compresi tra i 20.107,62 euro e 26.810,16 euro, il taglio sull’assegno sarà pari al 25% dell’importo;
- i redditi compresi tra i 26.810,16 euro e 33.512,70 euro, vedranno tagliarsi il loro assegno di reversibilità del 40% dell’importo;
- infine, per tutti gli assegni al di sopra dei 33.512,70 euro, il taglio sarà del 50% dell’importo.