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Australia, Corea e Giappone azzerano i contagi, la loro strategia

Giappone Corea Australia contagi

Alcuni Paesi d’oriente se la stanno cavando molto meglio contro il coronavirus rispetto al resto del mondo. Mentre in Europa e negli Stati Uniti i dati relativi alle persone contagiate sono in forte aumento, in Corea, Australia e Giappone si registrano poche decine o centinaia di casi al giorno.

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Qual è il loro segreto? L’utilizzo delle mascherine e un tracciamento informatico massiccio, due strumenti disponibili anche in Italia così come nel resto d’Europa ma che evidentemente vengono sfruttati in modo non così efficace come nei tre Paesi citati qui sopra.
In Giappone, per esempio, l’uso della mascherina era abituale già prima della pandemia in caso di raffreddore o malattia. I giapponesi erano già abituati da tempo ad indossare i dispositivi di protezione individuale in caso di influenza stagionale e non hanno avuto particolari problemi ad adeguarsi alle nuove norme.

L’ambasciata giapponese in Italia spiega, come riportato dal Corriere della Sera: “L’intuizione fondamentale che ci ha aiutati nella lotta contro il Covid è la nozione di cluster di trasmissione“ , scrive Yosutoshi Nishimura, ministro incaricato della lotta al Covid.
Significa che pochi gruppi determinano una altissima contagiosità e dunque vengono isolati facilmente. Gli esperti della sanità giapponese riescono a ricostruire i movimenti del paziente precedenti al contagio. Questo grazie alle numerose tecnologie. In più sono state prevenute le situazioni a rischio: : sì al telelavoro, no alla metropolitana.

La Corea del Sud invece si è affidata soprattutto al tracciamento informatico, tramite le informazioni ricavate da immagini di videocamere e dati delle carte di credito. Analizzando questi dati si è potuto risalire agli spostamenti dei contagiati prima del contagio e ad isolare le persone e a sanificare i locali coinvolti.
In Europa però una politica di questo tipo possa suscitare più di una perplessità in quanto violerebbe la privacy dei cittadini secondo le norme, ma c’è da dire che oggi la Corea del Sud, grazie a questo metodo fa registrare una media di appena 50 casi positivi al giorno.

Per quanto riguarda l’Italia invece, l’app Immuni non ha avuto un gran successo tra gli italiani, ma è anche vero che la mancanza del tracciamento umano l’ha praticamente condannata al fallimento. Senza tralasciare il fatto che molti utenti stanno segnalando di aver scoperto il contatto con un positivo solo aprendo la app sullo smartphone, senza aver ricevuto alcuna notifica.

Infine c’è l‘Australia che ha utilizzato la strategia del lockdown. Individuato un focolaio nella regione di Melbourne ne è stata imposta la chiusura totale per 112 giorni. Inoltre nessuno in quel periodo poteva entrare o uscire dalla regione se non per motivi urgenti e comprovati. Il Paese ha anche attuato una rigorosa quarantena per tutti coloro che provenissero dall’estero.

Mascherine, tracciamento e lockdown quindi sono tre metodi che hanno funzionato nei tre paesi sopra citati, sta tutto nel come vengono proposti tali metodi e se questi vengono pianamente recepiti e applicati dalla popolazione.

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