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Presidente agricoltori: “servono 200mila lavoratori nei campi, o italiani o sanatoria per immigrati”

dino scanavino presidente cia agricoltori italiani

dino scanavino presidente cia agricoltori italiani

Dino Scanavino, il presidente della Cia Agricoltori Italiani lancia un vero e proprio allarme sulla situazione dell’agricoltura italiana in seguito alla pandemia di coronavirus. Il settore sarebbe fortemente a corto di personale in vista della prossima raccolta e c’è il serio rischio di non poter garantire gli alimenti necessari a tutti i cittadini italiani.

Scanavino, in un’intervista per Leggo chiarisce che la raccolta annuale di verdure e ortaggi viene fatta per la maggior parte da lavoratori stagionali stranieri, che vengono in Italia per lavorare, finita la raccolta tornano nei loro paesi:
«Solitamente la raccolta di frutta e verdura viene fatta da lavoratori stagionali che vengono da fuori: romeni, polacchi, albanesi. Persone specializzate, e che finita la stagione tornano nei loro paesi. Ma quest’anno, a causa del Coronovirus, non verranno».

E’ proprio questo il motivo di preoccupazione per tutto il settore agricolo. Questi lavoratori stagionali vantano in media ogni anno di 200mila unità, e devono essere assolutamente rimpiazzati con lavoratori all’interno del territorio italiano, visto che a causa della pandemia è vietato l’ingresso nel paese.
Per questo il presidente Scanavino illustra due soluzioni: o si presentano gli italiani (pagati) a “raccogliere i pomodori” o lo faranno gli immigrati che sono già all’interno del territorio nazionale.

«Abbiamo chiesto ai ministri dell’agricoltura e del lavoro di attivarsi affinché i lavoratori italiani che percepiscono ammortizzatori sociali si mettano a disposizione. Facciamo un appello: venite a lavorare da noi. Non si può pensare di vivere di ammortizzatori sociali. Abbiamo anche aperto una piattaforma – Lavora con Agricoltori italiani – per mettere in contatto lavoratori e aziende agricole».
Per chi fosse interessato basti cliccare sul link appena citato per candidarsi.

Scanavino però si mostra scettico sulla partecipazione degli italiani alla raccolta nei campi:
«Prima del coronavirus nessuno si presentava qui a raccogliere i pomodori. La necessità dei lavoratori extracomunitari è preesistente. Se gli italiani sono disponibili, venissero perché è arrivato il momento».

E se il governo non dovesse rispondere all’appello lanciato dalla Cia Agricoltori? Scanavino illustra il suo piano B per sanare la posizione deggli immigrati irregolari in modo che possano lavorare legalmente nei campi:
«Abbiamo chiesto una sanatoria degli immigrati irregolari sulla base della legge Bossi-Fini –  il datore di lavoro fornisce un contratto e un domicilio all’immigrato, poi paga un contributo allo stato e in questo modo si sana la sua posizione. È stata fatta già tre volte in passato. Ma ci sono momenti in cui la politica impazzisce».

 

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