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Il Washington Post avvisa l’UE: “L’Italia potrebbe lasciare l’Euro”

italexit washington post avvisa unione europea
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Foto betapress.it

Un articolo sul Washington Post mette in guardia l’economia del vecchio continente sulla seria e reale possibilità che, se non dovessero pervenire aiuti sufficienti, l’Italia possa uscire dall’Euro facendo crollare l’eurozona tirandosi dietro tutti gli altri paesi più deboli con debito alto.

Il nostro Paese potrebbe innescare una nuova crisi del debito sovrano in una Europa già costretta a fare i conti con la crisi innescata, in maniera del tutto inaspettata, dal coronavirus con la quale ormai bisogna fare i conti.
Secondo il quotidiano statunitense siamo di fronte a grande minaccia: una crisi globale del debito che, centrata in Europa, destabilizzerebbe ulteriormente un mondo già in lotta per combattere le terribili conseguenze della pandemia di coronavirus.

Chi ha una buona memoria ricorderà che, dal 2010 al 2012, l’Europa ha attraversato la sua prima “crisi del debito sovrano”. I membri più deboli dell’Unione Europea (Grecia, Italia, Portogallo, Spagna e Irlanda) hanno lottato per evitare il default del loro considerevole debito pubblico – un compito reso più difficile dai disavanzi di bilancio annuali.

La crisi si è risolta quando alla Grecia è stato permesso di ristrutturare (cioè di ridurre) il proprio debito e Mario Draghi, allora a capo della Banca Centrale Europea (BCE), ha dichiarato nel luglio 2012 che la BCE avrebbe “fatto tutto il necessario” per assicurare che gli altri paesi non fossero inadempienti.

L’affare era chiaro: i Paesi indebitati hanno ottenuto la cancellazione del debito dalla BCE, che ha poi garantito efficacemente le loro obbligazioni. In cambio, i Paesi mutuatari hanno tagliato i disavanzi in modo da dipendere meno dalla BCE per il credito. Per un po’ di tempo, l’affare sembrava funzionare. La fiducia è aumentata, il rischio finanziario è diminuito. Ma l’affare era fragile. Dipendeva da una crescita economica costante che è svanita con l’arrivo della pandemia.

A causa della pandemia gran parte dell’Europa è entrata in una profonda recessione. Nel 2020 l’economia tedesca (prodotto interno lordo) subirà una contrazione dell’8%, quella francese del 10%, quella spagnola del 15%, quella italiana del 18% e quella greca del 15%. La fiducia dei consumatori è crollata e i deficit di bilancio si sono ampliati.

Diamo uno sguardo al debito: Il rapporto Capital Economics stima il debito per il 2020 al 73 per cento del PIL per la Germania, al 120 per cento per la Francia, al 180 per cento per l’Italia e al 222 per cento per la Grecia. Anche se il rapporto debito/Pil della Germania è in aumento, spiega il Wp, quasi nessuno pensa che possa essere inadempiente. L’Italia e la Grecia, invece, sono più vicine al limite. Anche se i conti del Belpaese non sono paragonabili a quelli di Atene. Ed è su questo punto che le istituzioni europee devono battere un colpo.

Secondo il Washington Post, se non si organizza una sorta di salvataggio finanziario, l’Italia potrebbe essere costretta a uscire dall’euro, trascinando con sé altri paesi fortemente indebitati. Vale la pena ricordare che l’Italia ha la terza economia della zona euro (i 19 paesi che usano l’euro come moneta), dietro la Germania e la Francia.

La crisi del debito pubblico italiano è, dunque, ben più grave di quello che si possa credere. Abbandonare l’Italia a se stessa potrebbe mettere in crisi l’intero quadro di stabilità su cui le sovrastrutture sociali e politiche delle nostre comunità si poggiano.

Ma organizzare un salvataggio sarebbe difficile, perché la quantità di denaro sarebbe enorme – si pensi ai trilioni di dollari – e perché una recente sentenza della Corte costituzionale tedesca potrebbe impedire alla Germania di partecipare a un salvataggio, dice l’economista Desmond Lachman dell’American Enterprise Institute. Senza la Germania, la più grande economia europea, altri paesi potrebbero fallire.

La posta in gioco è altissima, si tratta di salvare non solo l’Italia, ma l’intera economia di tutto il vecchio continente, e Bruxelles avrà un ruolo fondamentale in tutto questo.

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