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Come scaldare casa con la stufa pirolitica per risparmiare senza inquinare

Stufa pirolitica in muratura

Avete mai sentito parlare della stufa pirolitica? Funziona per mezzo di un processo chiamato pirolisi e permette di riscaldare casa risparmiando molti soldi e senza inquinare. Si tratta di una combustione molto particolare che emette una grande quantità di calore, inoltre i materiali utilizzati per la combustione con questo metodo durano molto di più, garantendo un risparmio sui costi per il riscaldamento domestico assicurato. Vediamo in dettaglio in cosa consiste la pirolisi, come si costruisce una stufa pirolitica e tutti i vantaggi.

Come è fatta una stufa pirolitica e come funziona

Le stufe pirolitiche hanno la caratteristica di accumulare calore, infatti vengono definite stufe ad accumulo. Sono realizzate principalmente in muratura nello specifico con malte refrattarie che non disperdono calore ma lo accumulano. Durante la combustione queste particolari stufe accumulano tutto il calore generato dalla fiamma, una volta che il fuoco si spegne rilasciano lentamente il calore accumulato per ore, si parla addirittura di 8 – 12 ore. In pratica anche da spenta, la stufa riscalda l’ambiente fino a 12 ore dopo lo spegnimento.

Cosa si può bruciare in una stufa pirolitica

Stufa pirolitica in muratura
Stufa pirolitica in muratura © YouTube Bosco di Ogigia

Per la combustione si possono utilizzare materiali di piccolo taglio come pellet, nocciolino e altri combustibili a biomassa, cippato di legna ma non tronchetti di legno. Il motivo risiede nel fatto che il serbatoio da riempire è un piccolo cilindro, il quale presenta dei fori sul fondo e un cassettino che permette di regolare l’entrata dell’aria per la combustione. Più aria entra maggiore sarà la fiamma, ed è regolabile in base alle proprie esigenze. Vediamo in dettaglio i materiali che si possono bruciare:

  • pellet;
  • vinaccia;
  • potature;
  • foglie secche;
  • noccioli di frutta o nocciolino di oliva;
  • gusci di noci, mandorle e di altra frutta secca;
  • tutti gli altri materiali a biomassa.

La gassificazione del combustibile

Intorno al cilindro è presente una camera d’aria dove va ad accumularsi il gas prodotto dalla gassificazione del combustibile utilizzato, che sta alla base del processo di pirolisi. La pirolisi infatti gassifica il materiale combusto, e i gas rilasciati vengono accumulati e reintrodotti nel cilindro tramite dei fori, andando ad alimentare ulteriormente la fiamma e a prolungare la combustione.
Nella stufa pirolitica infatti non si brucia direttamente il combustibile utilizzato ma avviene una gassificazione.

Il funzionamento

Si riempie il cilindro con il materiale da bruciare e si fa partire la fiamma nella parte superiore ad esempio con dell’alcol etilico. Tale fiamma genererà un tale calore da gassificare il primo strato di combustibile. Dopo essersi gassificato il primo centimetro di combustibile, si crea una crosta che non fa passare l’aria negli strati sottostanti. Il calore scende negli strati inferiori andando a gassificare man mano tutto il combustibile presente nel cilindro.

Tutto il gas prodotto da ogni strato scende verso il basso e finisce nella camera d’aria della stufa e viene, come già accennato, a sua volta reintrodotto nella parte superiore del cilindro. Tale gas andrà ad alimentare la fiamma, la quale produrrà la gassificazione degli strati inferiori di combustibile e così via.
In pratica si crea un processo ciclico, dall’effetto molto più duraturo rispetto alla semplice combustione, che sprigiona una tale energia sufficiente per scaldare un ambiente per diverse ore.
Inoltre, man mano che avviene la gassificazione si abbassano gradualmente le emissioni dalla canna fumaria, quindi meno inquinamento e massima resa.

Axel Berberich, un noto artigiano autodidatta, originario di Monaco di Baviera, che opera attualmente in Emilia Romagna nel comune di Viano in provincia di Reggio Emilia. Nel video riportato di seguito, è stato intervistato da “Bosco di Ogigia“, spiega in dettaglio cosa sono le stufe pirolitiche, come vengono realizzate, in cosa consiste la pirolisi e tutti i vantaggi di questo processo per il riscaldamento domestico. Axel, tra le altre cose, è un artigiano specializzato nella costruzione di stufe pirolitiche e conosce tutti gli aspetti della pirolisi, fattore che gli permette di costruire stufe dall’alta efficienza e dal basso consumo. Buona visione.

Il processo che permette il funzionamento di queste stufe è noto con il nome di pirolisi, vediamo in dettaglio in cosa consiste e come funziona.

Cos’è la pirolisi

La pirolisi è un processo chimico di decomposizione termica di un materiale organico a temperatura elevata in assenza di ossigeno. Nella pirolisi, il materiale organico viene scomposto in una serie di sottoprodotti, come gas, liquidi e solidi, attraverso reazioni chimiche di decomposizione.
Viene spesso utilizzata per trasformare rifiuti organici in combustibili o per produrre compost. Inoltre, può essere utilizzata per estrarre sostanze chimiche dai materiali organici, come l’olio di palma dai frutti di palma o il biochar dalla biomassa.

La pirolisi può essere eseguita a temperatura ambiente o a temperature elevate, a seconda del materiale e del risultato desiderato. A temperature elevate, il processo viene spesso eseguito in un reattore termico chiamato forno a pirolisi. La pirolisi può essere utilizzata anche per trattare materiali inorganici, come il carbone o il metallo, ma in questo caso il processo viene spesso chiamato termolisi o termodecomposizione.

Come funziona

Il processo di pirolisi può essere eseguito in diversi modi, a seconda del materiale e del risultato desiderato. Uno dei modi più comuni per eseguire la pirolisi è quello di utilizzare un reattore termico chiamato forno a pirolisi.
Il funzionamento di un forno a pirolisi è semplice. Il materiale organico viene inserito nel forno, che viene quindi sigillato e riscaldato a temperature elevate. L’assenza di ossigeno impedisce la combustione del materiale, in modo che il processo di decomposizione avvenga attraverso reazioni chimiche di decomposizione.

Mentre il materiale viene riscaldato, i suoi componenti organici iniziano a decomporre e a dividersi in sottoprodotti, come gas, liquidi e solidi. I gas vengono raccolti e possono essere utilizzati come combustibili, mentre i liquidi e i solidi possono essere utilizzati per produrre compost o altri prodotti chimici.
In alcuni casi, è possibile controllare il processo di pirolisi in modo da ottenere una maggiore quantità di un determinato sottoprodotto. Ad esempio, è possibile aumentare la produzione di gas o di liquidi aumentando la temperatura o il tempo di riscaldamento. Allo stesso modo, è possibile aumentare la produzione di solidi diminuendo la temperatura o il tempo di riscaldamento.

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