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Come presentare domanda per l’accompagnamento: gli errori da non commettere assolutamente

Accompagnamento disabile

Per poter presentare domanda per l’accompagnamento è indispensabile recarsi prima dal proprio medico di base e farsi preparare il certificato medico introduttivo. E’ un certificato indispensabile che va presentato all’Inps per via telematica.

Accompagnamento disabile
Accompagnamento disabile

Il medico di base a cui ci si rivolge deve conoscere molto bene la storia clinica del paziente in modo da poter preparare un certificato dettagliato, che indichi tutte le patologie del richiedente.
Tale certificato è composto da una prima parte dove vi sono indicati tutti i dati anagrafici del richiedente e da altre 3 sezioni:

  • anamnesi ed obiettività: viene presentato il quadro clinico del richiedente, la sua storia clinica, familiare e tutti i sintomi che riporta;
  • diagnosi: dove vengono riportate le patologie di cui è affetto il richiedente (qui vengono indicate, qualora fossero presenti, anche le patologie oncologiche in atto) comprese le patologie gravi;
  • la richiesta. Si possono barrare infatti le caselle sulla cecità civile, sordità, invalidità civile, disabilità.

Compilazione del certificato medico per richiedere l’accompagnamento: gli errori da non commettere

Ma attenzione! Nel certificato è presente altresì una sezione con due spunte (che possono essere sbarrate o meno dal medico) che presentano le seguenti diciture:

  • Persona impossibilitata a deambulare senza l’aiuto permanente di un accompagnatore;
  • Persona non in grado di compiere gli atti quotidiani della vita e che necessita dunque di assistenza continua.

E’ successo spesso, nonostante non sia obbligatorio da parte del medico che redige tale certificato, spuntare queste diciture, che una mancata spunta facesse respingere la domanda di accompagnamento.
A tutelare i cittadini ci ha pensato la Corte di Cassazione con la sentenza n. 14412/2019, dove viene precisato che la mancanza delle spunte non rende improcedibile il ricorso.

L’errore, infatti, riguarda solo il certificato e non l’intera domanda presentata dal richiedente.
In ogni modo è sempre consigliabile controllare scrupolosamente il certificato medico, in quanto questo, come detto in precedenza, verrà consegnato alla Commissione medica dell’Inps prima della visita.

Se, nonostante tutti questi accorgimenti, la richiesta venisse rigettata, è possibile rivolgersi ad un avvocato e presentare ricorso, entro e non oltre 6 mesi dalla ricezione della comunicazione dell’esito negativo.

Di Avv. Stefano Di Giacomo, esperto in materia previdenziale.

Per maggiori informazioni:
Sito: http://www.risarcimentierimborsi.it;
Canale Youtube: https://bit.ly/3dOJLjD;

Pagina Facebook: https://bit.ly/35th9cP
Tel/whatsapp: 3395496423;
E-mail: info@risarcimentierimborsi.it.

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