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Il salvagente: “Coca-Cola ha pagato 8 milioni di euro per smentire i legami con l’obesità”

coca cola obesità
Di Ettore Cera per ilsalvagente.it
Otto milioni di euro versati dal 2010 a medici e ricercatori per smentire il legame tra bevande zuccherate e l’insorgenza di patologie come l’obesità e il diabete. L’operazione sarebbe stata messa in piedi da Coca-Cola in Francia secondo l’inchiesta del quotidiano Le Monde.

“Obesità, la causa? Poco sforzo fisico altro che soft drink”

“Per diversi anni, la multinazionale – scrive il giornale – ha riunito scienziati influenti per diffondere una ‘soluzione’ all’epidemia globale dell’obesità attraverso articoli pubblicati su riviste mediche, discorsi a conferenze e social media” La soluzione propagandata? “Fare più esercizio fisico senza preoccuparsi di ridurre l’apporto calorico: questo è il discorso portato avanti da questi esperti che, contrariamente agli specialisti della salute pubblica, ignoravano nelle loro pubblicazioni il ruolo del cibo e delle bevande nel ridurre l’apporto calorico”. Ricordiamo che in una lattina da 33 cl di Coca-Cola ci sono circa 35 grammi di zucchero. In altre parole l’attività mascherata di marketing cercava di distogliere l’attenzione dei consumatori sugli effetti per la salute legati all’assunzione ripetuta di bevande come Coca, SpriteFantae altre come Minute Maid, tutti di proprietà di Coca-Cola. Ma allo stesso tempo, i dati scientifici prodotti in questi anni hanno dimostrato l’implicazione delle bevande zuccherate nell’esplosione dell’obesità e del diabete di tipo 2 in tutto il mondo.

Ricercatori e medici pagati

Secondo quanto ricostruito da Le Monde molti professionisti, medici e ricercatori, hanno avuto a vario titolo dei sovvenzionamenti dalla Coca-Cola per produrre ricerche scientifiche. Il quotidiano fa degli esempi concreti. Come la ricercatrice universitaria France Bellisle che ha ricevuto 2.000 euro per un articolo che si conclude dicendo che il legame tra il consumo di bevande zuccherate e l’aumento di peso non esiste “necessariamente”. Xavier Bigard, ex presidente della Società francese di medicina dello sport, ora direttore medico dell’International Cycling Union, ha confessato “di aver ricevuto 4.000 euro da Powerade, un marchio di bevande energetiche” che possiede Coca-Cola, per una conferenza “sulle regole di idratazione dello sportivo”.

Bernard Waysfeld, uno psichiatra specializzato in nutrizione, ha dichiarato di aver ricevuto la stessa quantità per una comunicazione “sulle bevande per adolescenti” durante un simposio tenutosi a maggio 2011, che è stato “lavorato a lungo e ‘armonizzato’ con la direzione della Coca-Cola.

Ancora. “La fiera annuale di Dietecom ha beneficiato di oltre 140.000 euro tra il 2010 e il 2017. La Società francese di medicina dello sport ha ricevoto circa 80.000 euro dal 2010 al 2016 come parte della sua ‘partnership’ annuale con il marchio Powerade”.

Gli edulcoranti? Nessun problema

L’importo più alto, 930.000 euro, è stato assegnato a CreaBio per un “progetto di ricerca sui dolcificanti intensi” nel 2014-2015. Pubblicato solo nel 2018, i risultati di questo studio sottolineano che non vi è alcuna differenza tra acqua e bevande con “edulcoranti ipocalorici” in termini di effetti sull’appetito, assunzione di energia e scelte alimentari”.

Tra il 2010 e il 2014, ha ricostruito Le Monde, sono stati versati 720.000 euro all’Istituto per le competenze europee in Fisiologia (Ieep) per un altro “progetto di ricerca sugli dolcificanti intensi”. Pubblicato nel 2018, il testo evoca l’inesistenza degli effetti del consumo di bevande analcoliche sulla sensibilità all’insulina o la secrezione di questo ormone che regola la quantità di glucosio nel sangue.

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