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Fa risparmiare di più tenere il riscaldamento sempre acceso o solo quando siamo in casa?

Impostazione cronotermostato ambiente

Accendere il riscaldamento in casa poche ore al giorno, solo negli orari più freddi o quando siamo in casa, fa davvero risparmiare energia? Tenere per tutto il giorno la casa ad una temperatura non troppo alta è più o meno dispendioso del riscaldare casa solo nelle ore serali? Come mai da quando ho acceso il riscaldamento riscontro una progressiva comparsa di muffa sulle pareti di casa? Queste sono le domande che molti si pongono. Vediamo come utilizzare il riscaldamento nel modo corretto per risparmiare energia, far scendere la bolletta e prevenire la formazione di muffa in casa.

La stagione invernale è ormai arrivata da giorni, con essa porta il freddo e purtroppo anche il caro energia. Per questo motivo sono in molti coloro che cercano di trovare una soluzione, o per meglio dire, una strategia, cha fa risparmiare energia e spendere meno per scaldare efficientemente casa.
Molti credono che meno si accende la caldaia più si risparmia. Adottano questo metodo soprattutto coloro che sono in casa solo nelle ore serali, per motivi di lavoro o per altri motivi. Accendo il riscaldamento solo quando sono in casa, solo quando serve.

Altri invece preferiscono mantenere casa ad una temperatura costante durante tutto il giorno, in modo tale da aumentare il confort. Ma quale di queste sarebbe la scelta più saggia per scaldarsi a dovere e risparmiare in bolletta? La risposta non è affatto scontata. Vediamo di seguito caso per caso.

Il modo migliore per utilizzare il riscaldamento e risparmiare in bolletta

Impostazione cronotermostato ambiente
Impostazione cronotermostato ambiente © screenshot YouTube

La teoria secondo la quale una cosa meno la si utilizza e meno consuma, in quasi tutti i casi non farebbe una piega. Molti infatti pensano che meno si accende la caldaia più gas si risparmia, ma purtroppo in materia di riscaldamento domestico non sembrerebbe essere così.
Il discorso non è per quante ore viene utilizzata una caldaia, ma a che potenza. La caldaia appena viene accesa dopo ore di inutilizzo lavora al massima, a pieno regime fino a quando non raggiunge la temperatura impostata sul termostato ambiente.

Per ore, prima del raggiungimento dell’obiettivo consuma il massimo dell’energia, questo vale per tutti i tipi di caldaie, a gas, pellet, biomassa eccetera. Solo dopo il raggiungimento della soglia impostata lavorano il minimo indispensabile al fine di mantenere tale temperatura, e questo si traduce in un notevole risparmio in termini di energia.
Supponiamo che in una giornata particolarmente fredda la caldaia venga accesa solo nelle ore serali. Supponiamo una temperatura di partenza sui 15° e una temperatura impostata sul termostato di 20°.

Sapete quanta energia consuma una caldaia per recuperare 5°C? Molta, per non parlare del numero di ore in cui lavorerebbe a pieno regime per raggiungere l’obiettivo. Ovviamente molto dipende anche dall’isolamento termico in casa e da eventuali dispersioni di calore. Più isolata e coibentata è una abitazione, meno sforzi fa una caldaia per raggiungere una temperatura. Ma in tutti i casi accendere una caldaia solo poche ore al giorno è assolutamente controproducente. Inoltre partire con le pareti fredde e una temperatura bassa richiederà molto più tempo per scaldare casa, quindi c’è il rischio concreto che dopo ore a pieno regime si arriva a notte fonda che la caldaia non ha raggiunto ancora la soglia. E a cosa serve consumare di più per scaldarsi meno?

Una temperatura bassa ma costante fa davvero risparmiare sul riscaldamento

Potrebbe sembrare strano, ma la soluzione meno dispendiosa per risparmiare sul riscaldamento sarebbe quella di tenere la caldaia sempre accesa con il termostato impostato ad una temperatura non troppo alta. In questo modo la caldaia non lavorerà praticamente mai a pieno regime, e questo si traduce in un notevole risparmio di energia e di soldi in bolletta.
La soluzione preferibile sarebbe impostare una temperatura di 18°C quando non si è in casa, per poi portarla a 20°C nei momenti della giornata in cui si necessita di una casa più calda in base alle proprie esigenze.

Inoltre non è necessario avere la stessa temperatura in tutte le stanze, ogni camera ha una funzione a se. Ad esempio in corridoio, essendo una zona di passaggio la temperatura può essere più bassa, così come in camera da letto, in quanto ci sono le coperte a darci il calore di cui abbiamo bisogno per dormire serenamente. In soggiorno si dovrebbe impostare una temperatura maggiore.
Per impostare temperature diverse stanza per stanza si possono utilizzare le valvole termostatiche applicate su ogni singolo termosifone.
In un recente articolo vi ho già parlato delle valvole termostatiche, del loro utilizzo e di come impostarle per risparmiare in bolletta.

In questo modo la caldaia lavorerà al minimo durante buona parte della giornata consumando molto meno di quanto consumerebbe a pieno regime per sole 4 o 5 ore al giorno. Il maggior consumo potrebbe verificarsi soltanto quando si accenderà la caldaia per la prima volta all’inizio della stagione invernale (tranne se la si accende quando in casa c’è già una temperatura intorno ai 18 – 19°C), poi per tutto il resto della stagione lavorerà in modalità di modulazione sprecando il minimo dell’energia necessaria.

Accendere la caldaia poche ore al giorno favorisce la formazione della muffa e condensa su pareti e finestre

La muffa si forma con lo shock termico tra una parete eccessivamente fredda e una temperatura mite in casa. Tale sbalzo di temperatura fa condensare l’aria fredda in particelle di acqua innescando un fenomeno chiamato condensazione. Se le pareti sono eccessivamente fredde, quando accendiamo la caldaia, man mano che la casa si riscalda avviene la condensazione, su pareti e finestre si formano goccioline di condensa che favoriscono la formazione delle muffe.

Detto questo, accendere il riscaldamento solo di sera, dopo che la casa si è raffreddata durante tutto il giorno favorisce la formazione della muffa sulle pareti e di condensa sui vetri delle finestre. Una temperatura costante invece previene tale fenomeno in quanto le pareti non subiscono lo sbalzo termico appena descritto.
A tal proposito vi consiglio di guardare il video di seguito realizzato dall’ Ing. Marcello Contu per Bastamuffa.com, che spiega in dettaglio come utilizzare il riscaldamento domestico per scaldarsi a dovere e allo stesso tempo risparmiare in bolletta, e come tale utilizzo incide sulla formazione delle muffe. Buona visione.

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1 commento

  1. Aldo Vitagliano

    Disattivare il riscaldamento o tenerlo in funzione quando non si è in casa?
    Vecchia questione, da me affrontata 55 anni fa, quando studiavo Fisica al 1° anno di Università.
    L’articolo sbaglia. Vediamo perché.
    Il calore prodotto dalla caldaia serve a compensare la dissipazione dovuta alla differenza di temperatura fra interno ed esterno. Supponendo per semplicità costante la temperatura esterna, mantenendo costante quella interna per H ore, avremo una dissipazione pari a Q = k*H*Delta, dove k è il coefficiente cumulativo di trasmissione del calore dell’appartamento verso l’esterno, e Delta è la differenza di temperatura fra interno ed esterno.
    La stessa quantità di calore dovrà essere fornita dalla caldaia.
    Se si lascia invece raffreddare l’appartamento per H ore, questo perderà una quantità di calore che dovrà essere recuperata dopo la successiva accensione, ma questa quantità di calore sarà inferiore alla quantità Q precedentemente risparmiata, perché man mano che la temperatura dell’appartamento si abbassava, riducendosi il valore di Delta, si riduceva anche la dissipazione oraria di calore verso l’esterno.
    Ecco perché, se non si utilizza l’appartamento per alcune ore, conviene comunque disattivare il riscaldamento, magari abbassando il termostato di qualche grado per rialzarlo al rientro.

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