Hanno destato non poche polemiche le nuove linee guida dettate dall’ultima comunicazione da parte dell’UE. L’Unione Europea ha stilato un decalogo sui comportamenti da adottare e sul linguaggio da usare durante le feste natalizie, e anche dopo, per non urtare la sensibilità di coloro che appartengono ad un’altra religione e delle minoranze.
Siamo all’assurdo! A Natale dovremmo prestare attenzione anche a come facciamo gli auguri, specie se li rivolgiamo ad una persona con un’altra fede religiosa. La parola “Natale” comincia ad essere scomoda, o per meglio dire “impropria” in una Europa dove convivono etnie e credenze diverse. Da questo presupposto parte la Commissione europea che ha stilato una lista di espressioni che non urtino la sensibilità di alcuno durante le festività natalizie.
![Albero di Natale](https://www.jedanews.com/wp-content/uploads/2021/11/Albero-di-Natale.jpg)
Le linee guida UE sulle espressioni da non usare
Festeggiare si, fare gli auguri è permesso, ma senza alcun riferimento religioso come quello del Natale. In pratica sarebbe meglio dire “buine feste” che “buon Natale”, specie se non conosciamo la credenza religiosa della persona a cui stiamo facendo gli auguri. Quando ci esprimiamo dobbiamo sempre fare riferimento alle festività in modo generico, senza specificare la festività di riferimento. La raccomandazione è quella di «non usare nomi propri tipici di una specifica religione». Questo perché non tutti celebrano le feste cristiane, e non tutti i cristiani le celebrano nelle stesse date. Bisogna essere sensibili al fatto che le persone hanno diverse tradizioni religiose e calendari.
Il decalogo della Commissione UE però non fa riferimento solo ai termini relativi a festività e credenze religiose, ma anche al genere. Il motivo è spiegato dal fatto che non tutte le persone amano essere identificate con il genere con il quale appaiono.
Non si potranno usare termini come “Miss” o “Mrs” (signorine e signore) che dovranno essere sostituiti da un più generico “Ms” ( mi chiedo in italiano quale termine usare).
Quando si parla ad una platea non bisogna mai usare termini come “uomini” o “donne”, “signori” o “signore”, ma termini generici come “cari colleghi” o “cari concittadini”.
Ora ci dicono anche come dobbiamo parlare, come ci dobbiamo rivolgere alle persone, e giustificano tali direttive in questo modo:
«Ogni persona in Ue ha il diritto di essere trattato in maniera eguale senza riferimenti di genere, etnia, razza, religione, disabilità e orientamento sessuale».
Io penso solo una cosa: la nostra storia e la nostra identità non si cancellano! E’ un bene non far sentire a disagio persone con altra fede e tradizioni, usando termini adatti, termini impropri potrebbero anche rappresentare una mancanza di rispetto. Ma la cosa che non potranno mai imporci è quella di festeggiare secondo tradizione, con strade illuminate, alberi di Natale ovunque e scritte con la parola Natale in ogni strada. Se questo urta la loro sensibilità, se ne facciano una ragione! Queste sono le nostre tradizioni.