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L’Iva sulla tassa sui rifiuti è illegittima e va rimborsata. Lo dice la Cassazione. Come ottenere il rimborso

rimborso iva sulla tassa sui rifiuti

L’Iva sulla tassa sui rifiuti non è dovuta. Lo stabilisce la Cassazione in virtù del fatto che, per legge, nessuna tassa può essere soggetta ad IVA.Dettagli.

Pagare l’iva anche sulla tassa sui rifiuti (TIA o TARES che essa sia) è illecito, si tratterebbe di pagare un’imposta sull’ imposta. Una imposta non costituisce mai base imponibile per un’altra imposta. Sarebbe meglio quindi controllare se l’iva è stata applicata sulle vostre cartelle relative alla tassa sui rifiuti degli ultimi 10 anni e in tal caso chiederne il rimborso.

Purtroppo in Italia le istituzioni locali e nazionali spesso cadono in errori banali (voluti e non), e bisogna quindi avere gli occhi aperti per non pagare più del dovuto.
Già nel 1997, la Cassazione aveva chiarito che un tributo non può gravare su un altro tributo simile, a meno che non sia la legge a prevederlo.

L’IVA sulla tassa dei rifiuti è stata già dichiarata illegittima nel 2009 dalla Corte Costituzionale e confermata definitivamente dalla stessa nel 2012.
Inoltre la Corte di Cassazione, con la sentenza n. 5078/2016 depositata il 16 marzo 2016, ha di fatto dichiarato l’illegittimità del valore aggiunto sulla tassa sui rifiuti.

In sostanza, si legge nella sentenza, che la tariffa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani non può essere assoggettata ad Iva in quanto ha natura tributaria, mentre l’imposta sul valore aggiunto mira a colpire la capacità contributiva che si manifesta quando si acquisiscono beni o servizi versando un corrispettivo, in linea con la previsione ex art. 3 d.p.r. n. 633/1972, non quando si paga un’imposta, anche se destinata a finanziare un servizio da cui trae benefici lo stesso contribuente.

In pratica è stato stabilito che   la somma dovuta dai cittadini per la raccolta e lo smaltimento della spazzatura è una tassa e non una tariffa. Questa è una sentenza molto importante perché, se fosse una tariffa, sulle bollette si potrebbe applicare l’Iva ma questo diventa illegittimo se, come è, si tratta di una tassa.

Per richiedere il rimborso dell’IVA, il cittadino dopo aver appurato di averla pagata ingiustamente, deve recarsi presso lo sportello di un’associazione consumatori, come ad esempio il CODACONS dove è disponibile una specifica modulistica per richiedere il rimborso ed ottenere quanto indebitamente pagato.
La richiesta è possibile anche spedirla tramite posta.

Si deve mandare la documentazione al Codacons Controllando bene le istruzioni sul sito www.codacons.it. In pratica si deve compilare un modulo di richiesta di rimborso (clicca sul precedente link per visualizzare e scaricare il modulo) e farne una copia. Fare una copia delle ricevute dei pagamenti fatti negli ultimi 10 anni. Scrivere su un foglio i dati anagrafici dell’intestatario della bolletta (luogo e data di nascita, indirizzo), i recapiti telefonici e l’eventuale e-mail, il numero di codice fiscale e inviare il tutto in busta chiusa a CODACONS- Azione Iva rifiuti- Via Filippo Corridoni, 25- 00195 Roma.

Avvocati e consulenti tributari controlleranno gratuitamente la documentazione e vi faranno sapere se avete diritto a recuperare i pagamenti non dovuti.
In tal caso avete diritto al rimborso, bisogna mandare tutta la documentazione anche al comune di appartenenza e alla società che gestisce il servizio dei rifiuti, come specificato nella parte superiore in alto a destra del modulo.

Teniamo a precisare che dopo tale sentenza alcuni Comuni avevano concesso i rimborsi, altri no; alcuni Comuni continuavano ad applicare l’Iva e altri no. L’ associazione Altroconsumo aveva presentato nel 2010 una petizione, firmata da 11mila persone con la quale si chiedeva al Governo di prendere una decisione definitiva, in linea con la sentenza della Corte Costituzionale, e di riconoscere ai contribuenti il diritto al rimborso dell’Iva pagata negli anni passati.

Ci sono stati poi anche pronunciamenti di Giudici di pace e Commissioni tributarie in risposta a ricorsi presentati dai singoli contribuenti, ma sempre con sentenze contraddittorie. Ora questa nuova sentenza della Cassazione del marzo 2016 diventa fondamentale strumento di legittimità a favore dei cittadini tutti.

Riferimenti: http://www.eco-magazine.info

http://www.televideo.rai.it/

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