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Multe fino a 3mila euro per chi non registra al catasto caminetti e stufe

obbligo regionale di accatastare caminetti e stufe a legna

Una regione italiana ha introdotto una nuova normativa che impone l’obbligo di accatastare caminetti e stufe a legna. Questa decisione è stata presa per monitorare e valutare l’impatto ambientale di tali apparecchi, in particolare per quanto riguarda l’emissione di polveri sottili. Ma quali sono le implicazioni per i cittadini e cosa rischiano se non si conformano?

L’Obbligo di Accatastamento: Cosa Dice la Normativa

obbligo regionale di accatastare caminetti e stufe a legna
0bbligo regionale di accatastare caminetti e stufe a legna – Foto di Oleksandr Pidvalnyi da Pixabay

Il sistema di accatastamento introdotto dalla Regione Toscana rappresenta un passo significativo nella regolamentazione degli impianti di riscaldamento domestico. Questa nuova normativa, delineata dalla delibera 222/2023, mira a creare un quadro più trasparente e controllato per la gestione degli apparecchi a legna, che sono spesso fonte di inquinamento atmosferico.

A partire dal 1 ottobre 2023, chiunque possieda un caminetto o una stufa a legna all’interno della propria abitazione è tenuto a registrare l’apparecchio sul portale regionale Siert. Questa registrazione deve avvenire attraverso una procedura informatica specifica, che richiede l’utilizzo delle credenziali di identità digitale. La mancata registrazione entro i termini previsti può comportare sanzioni pecuniarie che possono raggiungere fino a 3.000 euro.

La motivazione principale dietro questa decisione è legata alle preoccupazioni ambientali. Gli apparecchi a legna, se non correttamente mantenuti o utilizzati, possono rilasciare quantità significative di polveri sottili (pm10) nell’atmosfera. Queste particelle sono tra i principali inquinanti nelle aree urbane e possono avere gravi ripercussioni sulla salute pubblica.

Per garantire un controllo efficace, la Regione ha previsto che l’Agenzia regionale recupero risorse inizi le verifiche a partire da ottobre 2023. Questo significa che gli ispettori potrebbero visitare le abitazioni per assicurarsi che gli apparecchi siano stati correttamente registrati.

Tuttavia, la normativa prevede alcune eccezioni. I camini che sono stati dismessi o quelli che rappresentano l’unica fonte di riscaldamento per un’abitazione non sono soggetti all’obbligo di accatastamento. In questi casi specifici, non è necessario procedere con la registrazione, ma è richiesta una semplice autocertificazione. Questo documento, che attesta la particolare situazione dell’apparecchio, è disponibile sul sito del Siert e può essere compilato e inviato online.

Reazioni e Critiche alla Decisione

La decisione della Regione Toscana ha suscitato diverse reazioni. La parlamentare di Forza Italia, Erica Mazzetti, ha espresso forti critiche, definendo la misura come un’ulteriore stretta a danno dei cittadini e un esempio di “ecofollia”. Mazzetti ha annunciato che presenterà un’interrogazione in Commissione ambiente alla Camera per chiedere al governo di intervenire e correggere l’iniziativa della Regione.

Conclusione

La decisione di imporre l’obbligo di accatastamento per caminetti e stufe a legna evidenzia l’importanza di bilanciare le esigenze ambientali con le necessità e le preoccupazioni dei cittadini. Mentre la misura mira a ridurre l’inquinamento e proteggere l’ambiente, è essenziale garantire che i cittadini siano adeguatamente informati e sostenuti nel processo.

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