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Pensione a 61 o 64 anni: arrivano Quota 96 e Quota 89

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Con la nuova riforma si parla di pensione anticipata già a 61 o 64 anni, ma solo con determinati requisiti. Vediamo insieme chi potrà approfittarne davvero, e quali condizioni devi rispettare per smettere di lavorare prima del previsto.

Negli ultimi mesi si sta discutendo una nuova riforma delle pensioni che potrebbe cambiare le regole per molti lavoratori. Tra le proposte più interessanti ci sono Quota 96 e Quota 89, che permetterebbero di andare in pensione prima, anche a 61 o 64 anni, in base al tipo di lavoro svolto e agli anni di contributi versati. Le novità potrebbero interessare soprattutto chi svolge mansioni pesanti o usuranti, ma anche chi ha aderito alla previdenza complementare. L’obiettivo è rendere più flessibile il sistema, permettendo a chi ha lavorato tanto o in condizioni difficili di lasciare il lavoro prima, senza penalizzazioni pesanti. Scopriamo insieme chi può accedere, quali sono i nuovi requisiti, e cosa cambia davvero rispetto al passato.

Quota 89 e Quota 96: cosa sono e come funzionano

Tra le nuove proposte spuntano due formule: Quota 89 e Quota 96. Si tratta di meccanismi che uniscono età anagrafica e anni di contributi, e che potrebbero sostituire o affiancare le attuali opzioni di pensione anticipata.

Quota 89 è pensata per chi ha iniziato a versare contributi dopo il 31 dicembre 1995 e ha almeno 25 anni di contributi effettivi. In questo caso, potresti andare in pensione a 64 anni, ma solo se hai anche aderito a una forma di previdenza complementare. Il vantaggio? Accedere alla pensione anticipata contributiva, a condizione che l’importo sia almeno pari a 2,6 o 2,8 volte l’assegno sociale.

Quota 96, invece, è rivolta a chi ha svolto lavori usuranti, ha 61 anni di età e almeno 35 anni di contributi. È una misura pensata per chi ha svolto mansioni faticose, notturne o pericolose, e rappresenta una vera occasione per smettere prima di lavorare, senza attendere i classici 67 anni della pensione di vecchiaia.

I lavori usuranti che permettono di andare in pensione prima

Se svolgi un lavoro pesante, potresti avere diritto alla pensione anticipata grazie alle agevolazioni previste dalla legge. Ma attenzione: non basta che il tuo lavoro sia faticoso, deve rientrare in una delle categorie ufficialmente riconosciute come usuranti.

Ecco una breve introduzione a questi lavori:

Si considerano mansioni usuranti tutte quelle che richiedono un impegno fisico continuo, che espongono a rischi per la salute o che si svolgono in condizioni difficili o pericolose. Ad esempio:

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  • lavori in gallerie, miniere, cave o cassoni ad aria compressa;

  • mansioni in spazi ristretti o ad alte temperature;

  • attività come la soffiatura del vetro cavo;

  • palombari, addetti alla colata manuale, manutentori navali;

  • rimozione dell’amianto.

Oltre a questi, anche i lavoratori notturni, i conducenti di mezzi pubblici, gli operatori ecologici, gli edili, le maestre di asilo, gli infermieri su turni e tanti altri profili considerati gravosi possono rientrare nelle categorie che danno accesso alla pensione anticipata.

Requisiti e condizioni per accedere alla pensione anticipata

Se svolgi un lavoro usurante e vuoi andare in pensione prima, devi comunque rispettare alcune regole precise. La normativa, infatti, prevede requisiti diversi in base al tipo di lavoro, all’età e alla contribuzione.

In linea generale, i lavoratori dipendenti usuranti devono raggiungere la Quota 97,6 (61 anni e 7 mesi + 35 anni di contributi). Per gli autonomi, invece, la quota sale a 98,6. Ma ci sono ulteriori variazioni per chi lavora di notte:

  • chi lavora di notte tutto l’anno: può andare con Quota 97,6 o 98,6;

  • coloro che svolgono lavoro di notte da 72 a 77 giorni l’anno: serve Quota 98,6 o 99,6;

  • chi lavora di notte da 64 a 71 giorni: serve Quota 99,6 o 100,6.

Un’altra condizione fondamentale è aver svolto l’attività usurante per almeno 7 degli ultimi 10 anni, oppure per metà della vita lavorativa. Inoltre, questi requisiti non sono soggetti all’adeguamento automatico all’aspettativa di vita, rendendo l’uscita anticipata più prevedibile e stabile nel tempo.

Chi invece rientra nei lavori gravosi (come i facchini, i pescatori, i marittimi, gli operatori della raccolta rifiuti o gli infermieri turnisti), può accedere ad altri strumenti come l’Ape Sociale o la pensione per lavoratori precoci, sempre con regole agevolate.

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