Anche se hai versato pochi contributi, ci sono soluzioni che possono aiutarti ad avere comunque un sostegno economico nella vecchiaia. Basta conoscere le alternative disponibili e muoversi per tempo.
Molti pensano che senza almeno 20 anni di contributi non si abbia diritto a nulla. Ma non è proprio così. Esistono delle strade alternative per ottenere un aiuto economico anche in assenza di una pensione piena. Se hai lavorato saltuariamente, oppure se hai avuto periodi di inattività, puoi comunque accedere ad alcuni strumenti messi a disposizione dallo Stato. Tra questi ci sono l’assegno sociale, i contributi volontari, le deroghe speciali e altri aiuti pensati per chi si trova in difficoltà. In questo articolo vediamo cosa puoi ottenere, quali sono i requisiti e come richiedere queste misure. Non è mai troppo tardi per informarsi e trovare una via.
Se non hai i contributi minimi, puoi chiedere l’assegno sociale
Se hai più di 67 anni e non hai abbastanza contributi per una pensione, l’INPS può riconoscerti un aiuto mensile chiamato assegno sociale. Questo strumento non si basa sui contributi, ma sul reddito personale o familiare. È pensato per chi non ha alcun reddito o ha un reddito molto basso. Attualmente, l’importo base è di circa 534 euro al mese, ma può aumentare in base alle condizioni personali.
Per ottenerlo, però, devi essere residente in Italia da almeno 10 anni continuativi, e dimostrare di non superare una certa soglia reddituale, che cambia ogni anno. Anche se non è una vera “pensione”, questo assegno è una salvezza per molte persone che hanno lavorato poco o in nero, e che non hanno maturato i 20 anni minimi richiesti per la pensione di vecchiaia. Molti non sanno nemmeno di averne diritto: per questo è importante informarsi.
Se mancano pochi anni, puoi versare i contributi volontari
Se ti mancano pochi anni per arrivare al traguardo minimo, puoi valutare la possibilità di versare contributi volontari. Questa opzione è utile per chi ha già lavorato per un certo periodo, ma poi ha interrotto per motivi personali o familiari. Con i contributi volontari puoi coprire i buchi della tua carriera lavorativa e completare i requisiti per la pensione. Per accedere, devi aver maturato almeno 5 anni di contributi effettivi, anche non continuativi, e presentare una richiesta specifica all’INPS. L’importo da versare viene calcolato in base all’ultima retribuzione percepita. È un investimento, ma può valerne la pena se ti manca poco. In pratica:
Se hai 15 anni di contributi, puoi versarne altri 5 volontariamente per arrivare a 20.
Se hai interrotto il lavoro per motivi familiari o di salute, puoi colmare il vuoto con questi versamenti.
Molte donne usano questa opzione per rientrare nel sistema pensionistico dopo anni dedicati alla famiglia.
Altri aiuti utili se hai versato poco o niente
Oltre all’assegno sociale e ai contributi volontari, ci sono altri strumenti poco conosciuti che possono fare la differenza. Uno di questi è il riscatto dei contributi figurativi, ovvero periodi coperti automaticamente dall’INPS anche se non hai lavorato (come la disoccupazione o la maternità). Oppure puoi verificare se rientri in una deroga speciale, come quella per chi aveva almeno 15 anni di contributi entro il 1992.
In alcuni casi puoi anche combinare diverse misure: per esempio, una piccola pensione con un’integrazione al minimo, o il cumulo gratuito dei contributi in gestioni diverse (ad esempio INPS e gestione separata). Ogni situazione è diversa, ma se ti rivolgi a un patronato, puoi avere un quadro chiaro e capire se hai diritto a qualcosa. Anche chi ha lavorato poco o ha avuto una vita lavorativa frammentata non deve rassegnarsi: ci sono percorsi da seguire per non restare senza nulla.







