Hanno chiesto all’Inps il bonus da 600 euro al mese per le partite Iva, ne avevano diritto nonostante lo stipendio da parlamentari di oltre 12 mila euro e l’hanno ottenuto, ma però ora rischiano grosso. Se i loro nomi dovessero venir fuori rischierebbero una gogna mediatica senza precedenti, oltre che l’espulsione dai loro partiti.
Stiamo parlando di 5 deputati che, come riferito da Repubblica appartengono a tre diversi partiti. Ad accorgersene è stato l’ufficio dell’Inps che si occupa di individuare frodi. Segnalazione che è arrivata direttamente dalla direzione centrale Antifrode, Anticorruzione e Trasparenza dell’Inps, una struttura creata ad hoc dal presidente Pasquale Tridico con l’obiettivo di individuare i truffatori.
Come riferito da Repubblica “dalle prime indagini sarebbe emerso che i cinque di Montecitorio sarebbero tre deputati della Lega, uno del Movimento 5 Stelle e uno di Italia Viva“. Coinvolti anche 2mila amministratori locali, compresi governatori regionali e sindaci.
Diversi esponenti politici hanno commentato la vicenda: Lezzi: “Se uno è M5s va subito espulso“; Salvini: “Sospensione immediata“, e aggiunge: “L’ha permesso il decreto del governo e Inps ha dato i soldi. In qualunque Paese tutti si dimetterebbero“.
Il presidente della Camera Roberto Fico sentenzia sui social: «È una vergogna», facendo appello ai 5 perché “chiedano scusa e restituiscano quanto percepito“. Sottolinea che è una questione di “dignità e opportunità”, perché, va ricordato, “in quanto rappresentanti del popolo, abbiamo degli obblighi morali, al di là di quelli giuridici“.
Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio commenta su facebook: “è vergognoso. È davvero indecente. Evidentemente non gli bastavano i quasi 13mila euro netti di stipendio al mese, non gli bastavano tutti i benefit e privilegi di cui già godono. I nomi sono coperti dalla legge sulla privacy. Bene, siano loro allora ad avere il coraggio di uscire allo scoperto. Chiedano scusa agli italiani, restituiscano i soldi e si dimettano, se in corpo gli è rimasto ancora un briciolo di pudore”.
In rete intanto c’è chi chiede al presidente della Camera Roberto Fico di rendere note le identità dei deputati.