La notizia è di quelle che potrebbero davvero cambiare il mondo. Un team di ricercatori dell’università di Stanford ha creato in laboratorio delle “proteine evolute” che potrebbero fermare la diffusione del cancro. Con questa terapia, ancora alla fase sperimentale, sono già state bloccate le metastasi del cancro al seno e alle ovaie nei topi usati come cavie. (http://www.today.it/scienze/scoperta-cura-cancro-proteina.html).
[banner]Forse una nuova speranza per tutti coloro che sono costretti a subire devastanti chemioterapie. Speriamo solo che i tempi non siano eccessivamente lunghi, anche se è importante poter mettere a punto ogni elemento indispensabile per garantire la salute e l’efficacia di questa scoperta!
In pratica per potervi spiegare in modo semplice e diretto, dovete sapere che attualmente la maggior parte dei malati, non perdono la vita per il tumore originale allo stato iniziale, bensì a causa di ulteriori metastasi che si formano per il corpo. Da qui nasce la necessità di fermare le metastasi “senza effetti collaterali” A fare questa importante scoperta in campo scientifico sono stati alcuni ricercatori dell’ università di Manchester che, come si legge sulla rivista Cancer Cell, hanno scoperto come il cancro diventa resistente ai medicinali più usati, forse perché si abitua alle sostanze che vi sono in esso e resiste all’effetto medicinale. Per via di una particolare proteina, adesso c’è una nuova frontiera che viene valicata con successo.
Essa puo’ essere usata come ‘bersaglio’ per superare le difese del tumore. Colpire dritto al punto ed indebolirlo efficacemente.
In particolare gli studiosi si sono concentrati su un gruppo di farmaci, i tassani, usati per trattare diversi tumori, tra cui quello del seno e dell’ovaio, cercando di capire come funzionano. Analizzando la crescita delle cellule cancerose in laboratorio, hanno potuto dimostrare come questi farmaci abbiano indotto le cellule tumorali a uccidere se stesse. Allo stesso tempo hanno anche scoperto una differenza chiave tra i tumori che rispondono ai farmaci, e quelli invece resistenti: nelle cellule resistenti alla terapia ci sono infatti alti livelli di una proteina, Bcl-xL, i cui effetti possono essere neutralizzati dai farmaci ora in sviluppo. Clicca su MI PIACE per seguirci su Facebook