Ciò che è successo all’ospedale civile di Sondrio sabato scorso ha dell’incommentabile.
Una mamma nigeriana si è accorta che la bimba di 6 mesi che in quel momento stava dormendo in culla non stava bene, non respirava normalmente.
scende in strada per chiedere aiuto e trova un uomo che accompagna lei e la piccola in ospedale.
Arrivati al pronto soccorso dell’ospedale civile di Sondrio la piccola era in condizioni disperate in quanto non respirava da tempo e i medici non sono riusciti a salvarla in tempo. E’ stata vittima di quella che viene definita “morte in culla”.
Successivamente la piccola è stata spostata all’obitorio per la preparazione dell’autopsia che avrebbe dovuto chiarire la causa del decesso.
La madre e il padre (arrivato successivamente dopo esser stato avvisato dalla donna) erano in sala d’aspetto, e avendo appreso della morte della propria figlia si sono lasciati andare ad urla strazianti (come è normale che sia).
Quelle urla hanno infastidito i pazienti del pronto soccorso che erano in attesa di essere visitati, alcuni dei quali si sono lasciati andare a commenti davvero incommentabili….
Come riportato da TgCom24:
<<Qualcuno dei presenti ha iniziato a parlare di “rito tribale”, “rito satanico” o, semplicemente, di “tradizione africana”; qualcun altro, poi, ha tentato di mettere fine a quel dolore con un “Taci, scimmia“, “tanto ne sfornano uno all’anno“>>.
Sono state le urla di una mamma nigeriana che aveva perso una figlia di soli 6 mesi a generare questi indescrivibili commenti razzisti, chissà se le urla di una giovane italiana valtellinese avrebbero arrecato lo stesso fastidio.
Questo triste episodio è stato è stato prima raccontato pubblicamente in piazza da Francesca Gugiatti, maestra in una scuola primaria e assessore nel Comune di Montagna in Valtellina (Sondrio), durante il raduno delle sardine di sabato scorso a Sondrio. L’assessore si trovava in quel preciso momento al pronto soccorso con la madre e ha vissuto il tutto di persona.
La notizia è subito stata ripresa da Sondrio Today ed è successivamente rimbalzata su tutti i principali quotidiani nazionali e social network.
Aldilà di ideologie politiche e culturali, condivisibili o meno che siano, non ci si ferma nemmeno davanti a una madre che perde un figlio. Non ci sono parole per quanto accaduto, stiamo cadendo nel più profondo della bassezza umana. Ma cosa stiamo diventando?