La nave spia Elettra della marina Militare Italiana è entrata ieri nel Mar Nero per una missione della durata di 21 giorni strettamente legata alla crisi ucraina. Il ritorno di una nave dell’intelligence italiano nelle acque del Mar Nero, per la prima volta dalla fine della Guerra fredda, ha l’obiettivo di intercettare le comunicazioni e le emissioni elettroniche delle forze militari russe e dei separatisti ucraini sostenuti da Mosca.
“La Nave Elettra, l’unità ELINT/SIGINT della nostra Marina, è inquadrata nel COMFORAL (Comando Forze di Altura) ed è normalmente di base a La Spezia. Varata nel 2002 e operativa dal 2005, ha un equipaggio di 30 marinai e 65 tecnici e una stazza di 2.960 tonnellate a pieno carico. Dotata di soluzioni costruttive che ne garantiscono la silenziosità e la bassa osservabilità, è altamente automatizzata ed ha un’autonomia di 8.000 miglia a 12 nodi. L’attività operativa dell’Elettra è ovviamente classificata, ma è noto che sia stata ultimamente impiegata nella crisi libica del 2011″. Le operazioni d’intelligence, incluse quelle di spionaggio elettronico hanno sempre un carattere nazionale pur nel quadro della cooperazione tra i partner della Nato nella crisi ucraina. Questo significa che i dati raccolti dall’Elettra verranno condivisi con gli alleati a discrezione dei servizi segreti di Roma anche se è evidente che uno dei compiti principali di questo tipo di operazioni d’intelligence è intercettare comunicazioni e “indizi elettronici” che indichino eventuali escalation della crisi come l’imminenza di un intervento militare russo. Del resto la missione dell’Elettra non aveva nessuna possibilità di restare segreta poiché la Convenzione di Montreux che regola il transito di navi militari nel Mar Nero impone ai Paesi che non si affacciano su quel bacino di segnalare ad Ankara l’arrivo di navi militari e le autorità turche del Bosforo hanno il dovere di informarne gli Stati rivieraschi. I russi quindi hanno saputo dell’imminente arrivo della nave italiana non appena Roma ha presentato la richiesta di transito alla Turchia ed evidente Mosca aveva interesse a renderla nota con l’obiettivo di scatenare polemiche politiche in Italia. Polemiche che per ora sembrano limitate a un’interrogazione parlamentare presentata da Gianluca Pini della Lega Nord. Pochi misteri anche circa la durata della missione italiana di spionaggio: la stessa convenzione impone alle navi battenti bandiere di Paesi estranei al Mar Nero di non restare in quelle acque più di 21 giorni. Dall’inizio della crisi ucraina una dozzina di navi militari della NATO si sono alternate nel Mar Nero provocando la reazione di Mosca che considera la loro presenza una “forma indebita di pressione militare” ai suoi confini.
(Sole 24ore)