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Molti uomini possono andare in pensione con l’INPS a 60 anni, ma sono in pochi a saperlo

Uomo al lavoro

Sono molti i lavoratori italiani che aspettano una meritata pensione dopo anni di duro lavoro. Si impegnano una vita intera  per guadagnarsi uno stipendio e mantenere la famiglia. Specie se effettuano lavori usuranti, accumulano negli anni un eccessivo stress e il bisogno di un prepensionamento. Per questo non c’è da stupirsi se molti uomini, arrivati a poco più di 50 anni di età, appaiono stanchi e stressati con un unico desiderio: andare in pensione.
Molti uomini potrebbero andare in pensione con l’INPS a 60 anni, ma sono in pochi a saperlo, vediamo a chi spetta il prepensionamento.

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Alcuni uomini non sanno che potrebbero andare in pensione anticipata a 60 anni e anche meno, se in possesso dei requisiti contributivi che citiamo di seguito, senza dover per forza aspettare la lontana età pensionabile prevista dalla legge Fornero. Secondo le norme vigenti, gli uomini, in tutti i casi, maturano il diritto all’assegno pensionistico un po’ dopo rispetto alle donne.
Ma vediamo di seguito quali uomini possono andare in pensione a 60 anni, o anche meno, e con quanti anni di contributi.

Gli uomini che possono andare in pensione con l’INPS a 60 anni e requisito contributivo

Gli uomini che hanno il diritto di andare in pensione anticipata a 59 anni, o anche meno, sono quelli appartenenti alla categoria dei “lavoratori precoci”.
I lavoratori precoci sono lavoratori che hanno iniziato a lavorare da giovanissimi e quindi si ritrovano con un’anzianità contributiva molto elevata, pari o superiore ai 40 anni di contributi, ma non hanno ancora l’età anagrafica sufficiente per uscire dal mondo del lavoro.

In genere, per altro, sono persone che si sono fermate alla terza media o al più al diploma, che non hanno iniziato o concluso scuole superiori o un percorso di studio universitario, proprio perché hanno iniziato da subito a lavorare. Per questo, spesso si occupano di attività faticose e pesanti.

L’ordinamento previdenziale consente la pensione anticipata, quando gli anni di contribuzione sono considerevoli. In questi casi, l’età anagrafica viene leggermente ridotta rispetto a quanto previsto per la pensione di vecchiaia.
Secondo quanto stabilito dal  Decreto legislativo 232/2016,  i lavoratori precoci possono andare in pensione a qualsiasi età purché abbiano il requisito contributivo.
Vediamo quanti anni di contributi servono agli uomini per andare in pensione prima.

Il requisito principale che permette agli uomini di andare in pensione indipendentemente dall’età è l’aver maturato 42 anni e 10 mesi di contributi, e avere almeno un anno di contributi maturati prima del diciannovesimo anno di età.

Supponiamo che un uomo abbia cominciato a lavorare a 18 anni, maturerebbe il diritto alla pensione anticipata a 60 anni e 10 mesi.
Ma ci sono molti lavoratori precoci che sono entrati nel mondo del lavoro molto prima del raggiungimento della maggiore età. Questi maturerebbero il diritto alla pensione anticipata ancor prima dei 60 anni in quanto raggiungerebbero in anticipo il requisito contributivo di 42 anni e 10 mesi di contributi versati.

La penalizzazione per i lavoratori precoci

Il meccanismo previdenziale per i lavoratori precoci nasconde le sue “trappole”. E’ vero, infatti, che con la pensione anticipata si guarda l’anzianità contributiva e quindi un lavoratore precoce può uscire prima degli altri dal mondo del lavoro, ma se decide di farlo deve mettere in conto una penalizzazione economica. Chi decide, infatti, di far valere gli anni di contribuzione e andare in pensione anticipata, deve lasciare alle casse previdenziali circa l’1-2% per ogni anno di anticipo.

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